La vittoria, le posizioni invariate in classifica e lo stadio pieno. Ecco le nostre Dieci Opinioni sul match di ieri contro l’Empoli
- IL LUNEDI’ SERA: La seconda consecutiva di lunedì. Ma il romanticismo vive anche di questo: tornare a casa stanchi, la mente greve di pensieri accompagnata da un’ombra di inquietudine nell’anima … ma sai che gioca il Napoli, e allora per quei maledetti 90 minuti, l’affanno del giorno sbiadisce come un velo leggero che si dissolve.. Rimane, indomabile, questa passione che nel cuore si annida, una dolce ossessione che non conosce cura.
- LA CONTEMPORANEITA’: In origine, la prassi (sebbene non scritta) imponeva la contestualità degli incontri, specialmente quando la posta in palio era elevata. Tuttavia, tale principio è stato disatteso, generando malcontento, poiché in una fase cruciale per l’assegnazione del titolo, una delle contendenti sarà inevitabilmente soggetta a una pressione psicologica maggiore. Le dinamiche del calcio contemporaneo, purtroppo, sono sempre più dettate da logiche economiche che spesso stridono con la genuina passione sportiva. Quando questa realtà sarà pienamente compresa, il danno potrebbe essere irreparabile.
- LA FORMAZIONE: I dubbi della vigilia, il modulo, le assenze … ma Conte non lo sa e contro l’Empoli schiera la migliore formazione possibile puntando ancora una volta sul 4-3-3 con Juan Jesus, Gilmour e Mazzocchi dal primo minuto e il tridente Politano (capitano) – Lukaku – Neres. Al 75esimo, spazio anche per Rafa Marin, al posto di JJ uscito per infortunio.
- LA CLASSIFICA. Siamo lì, a -3 dalla capolista che sicuramente (lo speriamo) accuserà la stanchezza degli impegni europei. Credere non costa nulla e allora, avanti Napoli, finché non è finita… li faremo impazzire fino all’ultimo fischio finale.
- LE FINALI. 18 punti per 6 finali, e un calendario (a detta di qualcuno) in discesa per gli azzurri che affronteranno squadre alla portata e che sulla carta non dovrebbero creare grattacapi (si parte il sabato santo con il Monza, in piena zona retrocessione). Ma il calcio si sa, non conosce regole precise e a volte, anche un tocco di bona corta potrebbe aiutare.
- ELOGIO ALLA NAPOLETANITA’: Il numero 30 è stato in molte occasioni il capro espiatorio di una squadra che non girava ma Pasquale questa maglia l’ha sempre voluta e quindi, l’ha sempre amata. In questo momento della stagione, conta solo il sostegno e tacere. Per l’esterno napoletano, 75 minuti ordinati e all’uscita dal campo, si prende l’ovazione del suo pubblico.
- LE CURVE. Ancora una volta è sold out, nonostante fosse lunedì sera. Bello lo striscione in Curva B che incita e invita a lottare fino all’ultimo fischio finale. Un coro recita sacrificio e passione…cosa significa? Chiedere ai 48 mila del San Paolo.
- LA PARTITA. L’Empoli gioca a viso aperto fin dai primi istanti di gara e il Napoli fatica con il palleggio, causa pressing asfissiante degli ospiti. Ma gli azzurri, dopo le ultime uscite non del tutto emozionanti, fanno mea culpa e nel corso della partita hanno saputo concretizzare le occasioni create.
- IL RISULTATO. 3 a 0, doppietta di McTominay e rete di Lukaku. Clean sheet per Meret che, tra l’altro, evita l’eventuale pareggio di Esposito. Queste reti, oltre ai 3 punti, sono un toccasana per la classifica nel computo finale del 18 maggio.
- NAPOLETANI. In quest’ora sospesa, essere figlio di Napoli non è lieve cosa, specie se il cuore batte per una squadra che troppe volte s’inabissa per poi risorgere. Per quella maglia azzurra, l’anima nostra si spenderebbe intera, obliando le ombre dei gesti, e pur se la voce s’affievolisce, il corpo è stanco e il fegato ribelle al tormento, l’amore resterà fiamma eterna. Perché così è inciso nel nostro destino: il Napoli è eco lontana dell’infanzia, un idillio sbocciato per caso, marchio indelebile che l’esistenza ci ha donato, un’inquietudine dolce che abita l’anima….QUANTO E’ BELLO ESSERE NAPOLETANI.