Con la partita contro il Como ormai alle porte, i tifosi del Napoli si interrogano su come Antonio Conte abbia preparato un incontro che potrebbe essere fondamentale nella lotta per il primo posto in classifica considerando anche l’ottima forma della squadra avversaria. Il mister, intanto, ha già tracciato la rotta con parole che lasciano il segno.
Sulle parole di Ausilio:
“Non parlo di parole di altri dirigenti, a meno che non tocchino il Napoli. Non commento, è una cosa superflua”.
Su Spinazzola e Olivera:
“Hanno ripreso da due giorni ad allenarsi con il gruppo. Sono arruolabili, se saranno abili vedremo. Faremo delle scelte, se c’è da prendere qualche rischio dovremo farlo perché non possiamo fare altrimenti”.
Sulla formazione:
“C’è da dire che il Como ha in atto un progetto interessante, con proprietà forte che investe su infrastrutture, centro sportivo e calciatori importanti. Nell’ultimo mercato ho sentito dire che avevano fatto un’offerta a Theo Hernandez. Hanno giocatori giovani e interessanti come Nico Paz, Diao, Fadera e Perrone. Se vinci in casa della Fiorentina vuole dire che hanno dei valori, un allenatore giovane e forte, quindi ci sarà da fare attenzione”.
I giocatori potrebbero pensare già alla partita contro l’Inter?
“Noi cerchiamo di trasmettere sin dal primo giorno che bisogna pensare al presente, che è il Como. Sarà una gara tosta nella quale dovremo superarci, viste anche le tante situazioni relative agli infortuni. Anche chi sta recuperando deve aver bisogno di tempo, sarà una gara importante e tre punti importanti sia per noi che per loro. Stiamo lavorando nella giusta maniera per affrontare tutte le partite con l’obiettivo di vincere”.
Sui gol presi nelle ultime partite:
“Fare un gol più degli altri e subirne uno in meno è sempre la via che preferisco, l’importante è farne sempre uno in più. Lavoriamo sempre sull’equilibrio tra le due fasi per essere costanti nei risultati. Ci sta che in alcune partire fai clean sheet e poi in altre prendi gol in continuazione, fa parte del gioco”.
Fabregas, Conte perfetto per le squadre che devono ripartire?
“La mia storia è questa, poi in futuro mi piacerebbe anche sedermi e guidare squadre che partono in pole position. Sarebbe curioso anche per me capire cosa significa iniziare un percorso con i più forti, sarebbe carino una volta partire il primo anno con una squadra che ha vinto ed ha basi solide. Ognuno ha la propria storia e bisogna tirare fuori il meglio dai propri calciatori, noi siamo come gestori di fondi a cui viene dato un patrimonio. Se a fine anno il patrimonio è lo stesso non abbiamo fatto danno, se poi il patrimonio è maggiore vuol dire che abbiamo fatto bene”.
Importante dare automatismi alla squadra con un modulo diverso?
“Tutte le situazioni richiedono tempo, sia in fase di possesso che di non possesso. Noi cerchiamo di trovare il sistema di gioco più adatto per il momento che attraversi. Chi sta recuperando, prima di rientrare in forma, non arriva immediatamente. Anche in base alle caratteristiche dei calciatori. Dobbiamo modellare un sistema di gioco senza snaturare nessuno, sfruttando i calciatori che sono più in forma. Se giochi sugli esterni, magari, non ti snaturi come situazione. Tutti vorremmo non avere problematiche, ma saremmo tutti troppo bravi. Dobbiamo trovare le soluzioni giuste lavorando in base al momento”.
Cosa hanno lasciato le ultime tre partite sul piano della consapevolezza?
“Il nostro obiettivo è sempre strappare i tre punti, poi però ci sono anche gli avversari che provano a rubarci l’idea. Questo campionato è un percorso, abbiamo fatto due trasferte a Roma nelle ultime tre partite. Cercheremo sempre di ottenere il massimo, poi ci sono gli avversari da battere. Quando ci riusciamo siamo bravi, se non ci riusciamo allora dobbiamo migliorare”.
Quale caratteristica crede di aver esaltato allenando questa squadra?
“Ho sempre detto che una dote è quella della disponibilità dei ragazzi. Non ci sono grandissimi meriti, ma voglia di lavorare e andare al massimo per ricercare il miglioramento. La resilienza è molto importante, una dote che non è semplice avere perché fa parte di un proprio percorso di vita. Se hai avuto un’infanzia dove hai dovuto lottare per emergere o per comprarti un jeans nuovo, allora sei cresciuto sviluppando resilienza. Tutte le squadre vincenti la sviluppano, è un qualcosa di molto importante e spero che anche le nuove generazioni capiscano questo concetto”.
Ha un giudizio sulle italiane in Champions? Voci sul futuro di Antonio Conte?
“Non ha senso oggi fare valutazioni sugli altri, lo trovo inopportuno e irrispettoso quindi non lo faccio. Dobbiamo continuare a lavorare, crescere se c’è la possibilità e poi vediamo”.