La rincorsa, il record e la maglia

Raggiungere il quarto posto in quella che era la bagarre per l’ultimo posto in Champions. Al San Paolo (o Maradona da lì a poco) arriva la Lazio di Simone Inzaghi per tre punti (forse) pesanti.

Arbitra Di Bello che al quarto minuto non sanziona il fallo di Hysaj su Lazzari in area di rigore ma nell’azione precedente, Manolas resta a terra in area laziale: VAR e rigore per gli azzurri. Dal dischetto ci va il 24 che spiazza l’ex Reina. 1 a 0 Napoli. Biancocelesti furiosi che si proiettano in avanti alla ricerca del pareggio ma le azioni sono confuse e al 24esimo, Politano raddoppia.

La partita si accende, a tratti fallosa, e per calmare gli animi, Di Bello è costretto ad ammonire Manolas, Milinkovic-Savic, Leiva, Fabian Ruiz e Mertens, tutti per gioco scorretto.

All’intervallo, azzurri avanti alla Lazio.

Comincia la ripresa e il 24 azzurro si regala la perla del giorno: coast to coast con Hysaj e destro a giro dell’esterno napoletano. Doppietta e superato Maradona nella classifica all time dei marcatori azzurri.  Gattuso, nonostante il vantaggio, urla dalla panchina e le grida del tecnico calabrese sortiscono l’effetto desiderato: cross di Zielinski e rete (a giro) di Mertens con Reina che ci prova ma non ci arriva.

Nonostante il pesante svantaggio, la Lazio va alla ricerca del gol della bandiera che trova al 25′ dopo una triangolazione tra Correa e Immobile. Il destro a giro del capitano lascia sulle gambe Meret. Passano appena quattro minuti e arriva il secondo gol ad opera di Milinkovic-Savic punizione.

Reazione rabbiosa della Lazio ma controllata dal Napoli che, intanto, manda in campo Osimhen e Lozano e dall’asse Messico-Nigeria arriva la rete del 5 a 2 finale.

La maglia stile argentina, il record del 24 e quella rincorsa alla Champions: gli ingredienti perfetti per un finale amaro. Nel frattempo il Napoli batteva la Lazio e Gattuso scacciava le critiche della stampa (almeno per una settimana).

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