L’anticipo del sabato santo, la vigilia travagliata e l’urlo dello scozzese. Ecco le nostre dieci opinioni del match di Monza.
- IL SABATO (SANTO). La partita contro il Monza inverte una strana tendenza cominciata tre turni addietro, ossia per la prima volta rispetto ai precedenti 270 minuti, il Napoli scende in campo prima dell’Inter, impegnata domani sul difficile campo di Bologna. Questo finale di stagione premierà (anche) chi non cederà alla pressione.
- 15 PUNTI AL TRAGUARDO. Come andrà a finire questa stagione? Nessuno lo può sapere e al netto delle dichiarazioni di allenatore e presidente, l’importante è (o almeno, questo è l’auspicio) vedere il Napoli lottare (o almeno, giocare secondo la sua dimensione) in queste ultime partite e conquistare l’intero bottino rimasto… poi il 25 maggio si tireranno le somme della stagione ma per ora col sangue agli occhi per centrare l’obiettivo, qualunque esso sia.
- I DUBBI DELLA VIGILIA. 3-5-2 o 4-3-3, questo è il dilemma. Conte non può permettersi di sbagliare e contro l’ormai retrocessa squadra lombarda, si affida all’ormai collaudato 4-3-3 con una piccola e significativa rivoluzione sull’out di sinistra: Spinazzola in luogo di Neres (infortunato) come esterno alto mancino. In mediana, confermato Gilmour, sostituito da Anguissa nella ripresa. Buona l’intuizione del cambio dell’88 che regala l’assist per il goal della vittoria.
- LA CLASSIFICA. Vittoria sofferta, al cardiopalma, come la peggiore delle provinciali… ma siamo lì, a pari punti con l’Inter, a 71 punti. Ora tocca a loro!
- IL CONTE INSODDISFATTO E L’ISTERIA AZZURRA. Antonio, ripensandoci bene, ieri non era il momento adatto per quelle dichiarazioni. Tempi migliori arriveranno ma la cosa più triste è che già una parte della tifoseria ha emesso il proprio giudizio in seguito alle tue parole. Siamo ormai in preda ad un’isteria feroce dove chi non si allinea con un pensiero (che a tratti ha solamente un valore nozionistico da like sui social alias nessun fondamento di verità), rischia di essere attaccato.
- L’ESORDIO. Dalla titolarità con la Spagna Under 21 al primo esordio dopo 30 giornate con la maglia azzurra, Rafa Marin è in campo all’U Power Stadium viste le assenze di Buongiorno e Juan Jesus. Lo spagnolo, superato l’impasse iniziale (vedasi ammonizione ed errata chiusura su Castrovilli), gioca una partita sufficiente ma deve ancora migliorare tanto sotto l’aspetto psicologico.
- IL SETTORE OSPITE. Nonostante il sabato prepasquale, numerosi i tifosi 081 nel capoluogo brianzolo e approfittando della giornata soleggiata, hanno unito l’utile al dilettevole optando per una gita fuori porta prima del match. Nonostante i numeri non proprio delle grandi occasioni, in alcune parti del match i napoletani hanno sovrastato il pubblico di casa. I fasti di un tempo sono tornati (aspettando meno restrizioni)
- LA PARTITA. Pessimo primo tempo con ritmi lenti, azzurri prevedibili, senza idee dalla mediana in su, tanto da rischiare su alcune azioni (ben costruite tra l’altro) del Monza. Secondo tempo come il primo e nonostante i cambi (qualcuno forse inutile vista l’inerzia della partita), gli azzurri non hanno mai inciso fino al 73esimo quando Raspadori inventa per lo scozzese che di testa anticipa Turati. Da romantici gli ultimi 10 minuti da provinciale per il Napoli che ha sofferto il ritorno dei brianzoli.
- IL RISULTATO. Va bene così! Visto l’andazzo del match, questo è sicuramente il miglior risultato che si potesse ottenere. Nonostante la differenza di organico e di classifica, gli azzurri non hanno espresso al pieno le proprie potenzialità e solo un guizzo dell’uomo di ghiaccio ci evitato di intossicarci le feste.
- NOI E VOI. Il calcio, nella sua essenza, è un gioco di rara semplicità. Eppure, il nostro amore per esso sboccia in modo misterioso, proprio come l’attrazione per una donna: un sentimento che ci travolge senza logica apparente, incuranti delle possibili ferite che potrebbe infliggerci. Attraverso il Napoli, abbiamo scoperto un ventaglio di emozioni indomabili, sensazioni che accogliamo senza chiederci delle spiegazioni. E anche quando la ragione ci suggerirebbe di allontanarci, il cuore ci riporta sempre lì, fedeli compagni nella gioia come nel dolore.