Il mea culpa

Novembre 2012, Fuorigrotta, 30 mila spettatori. Una partita strana quella tra Napoli e Torino con i padroni di casa che sembravano aver rinunciato alla corsa a tre con Inter e Juventus, per accontentarsi di un posto nella boule di Champions. Il Napoli aveva un problema: non era in grado di gestire le partite e il match di quel freddo pomeriggio invernale ne fu la prova.

Per l’occasione, Mazzarri recupera Cavani dopo due partite di assenza, mentre deve rinunciare ancora a Zuniga, sostituito sulla fascia sinistra da Dossena. Ventura, invece, punta su Rolando Bianchi, oggetto del desiderio del mercato estivo partenopeo.

La partita si mette subito bene per il Napoli, quando al 6’, Campagnaro trova Hamsik in area direttamente da rimessa laterale, con lo slovacco che, dal fondo crossa in mezzo dove Cavani è prontissimo a raccogliere il pallone deviato da Gillet. Il Napoli rallenta i ritmi, rinuncia spesso alla ripartenza e il Torino, col passare del tempo, prende coraggio e in più di un’occasione, si rende pericoloso dalle parti di De Sanctis ma all’intervallo, il Napoli va al riposo in vantaggio.

Identico l’atteggiamento nella seconda frazione con il Napoli che aspetta e il Torino che cerca di costruire qualche azione d’attacco. Al 16’ Mazzarri ci prova inserendo il numero 24 ma sono i granata a costruire le azioni più pericolose e al 92esimo, i ragazzi di Ventura trovano il pareggio: svarione di Aronica, appena entrato, che in uno dei tanti alleggerimenti verso il portiere azzurro, sbaglia la misura del passaggio e serve Sansone, per il quale è un gioco da ragazzi evitare il portiere in uscita e depositare in rete.

Tutti colpevoli quella sera, nessuno escluso! L’unico che chiese (velatamente) scusa fu il capitano, leader silenzioso di una squadra che nonostante la posizione in classifica,  faticava ad essere compatta, in particolare nel reparto difensivo.

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