In una sera di marzo, il Napoli di Mazzarri ospita al San Paolo il Genoa di Ballardini e dei napoletani Immobile e Floro Flores per continuare la rincorsa verso l’Europa. Il tecnico toscano ripropone il suo marchio di fabbrica (3-5-2) ma con Armero in luogo di Zuniga sulla fascia sinistra, mentre in attacco Pandev dal primo minuto.
Comincia la partita e come da copione è il Genoa che si rende pericoloso dalle parti di De Sanctis ma gli azzurri reggono l’urto, si organizzano e iniziano ad attaccare l’area rossoblù e al 17esimo ecco il vantaggio dei padroni di casa: Cannavaro recupera palla e lancia in profondità Cavani che controlla in corsa e serve al limite dell’area Pandev che, dopo essersi liberato del diretto avversario, trafigge Frey con un preciso sinistro che si insacca sotto la traversa. Il Genoa alza il baricentro ma soffre le incursioni della coppia Hamsik – Armero e al 28esimo, gli uomini di Ballardini subiscono anche la seconda rete grazie a Dzemaili che in area scarica il pallone alle spalle di Frey. Al riposo, Napoli in vantaggio e festa sugli spalti in virtù dello storico gemellaggio tra le due tifoserie.
Nella ripresa, gli azzurri provano a chiuderla prima con Cavani e dopo con Pandev, ma in entrambe le occasioni, Frey nega la gioia agli attaccanti napoletani. Hamsik si mette in proprio e spinto dai 45mila dell’impianto di Fuorigrotta, guadagna anche un calcio di rigore per fallo del connazionale Kucka: dal dischetto El Matador ma Frey intuisce e para il potenziale 3 a 0.
Girandola di cambi per entrambi gli allenatori la partita va scemando e al 90esimo, gli azzurri battono il Genoa e rientrano in corsa per il quarto posto che gli avrebbe garantito l’acceso ai preliminari di Champions.
Ai tempi del gemellaggio era tutto più bello e il Napoli targato MSC salpava col vento a favore, soprattutto quello dell’est: Macedoni, Albanesi e Slovacchi… le armi in più a disposizione di Mazzarri.